Torna a Il mito delle costellazioni di luglio

 

SCORPIONE

Scorpius, Scorpii

Sco

 

 

04 - Scorpione (mito)

La costellazione dello Scorpione nell'Uranographia di Hevelius (1690).
Immagine: http://www.atlascoelestis.com

Quando sorge lo Scorpione tramonta Orione. Le due costellazioni fanno in modo di non vedersi, Orione abitando il cielo invernale e lo Scorpione quello estivo. Si dice che sia Orione che vuole fuggire dallo Scorpione e conoscendo la sua storia, si capisce perché.

Orione trovò infatti la morte proprio a causa della puntura di questo piccolo animale piatto. Lui che era un gigante, esperto cacciatore, così bravo nell’arte della caccia da eguagliarne la dea, Artemide, lui che aveva ammazzato le belve più feroci, fu ucciso da una creatura minuscola e dalla quale basterebbe la vista per potersene difendere. Ma come spesso accade in questi casi, sfidare o provocare gli dèi non è ammesso e il peccato di superbia viene punito dagli stessi nel modo più umiliante. Bene ce lo racconta Hygino, nella sua esposizione mitica delle costellazioni:

Orione, mentre stava cacciando, nella convinzione di essere il migliore in questa disciplina, aveva detto a Diana e a Latona che sarebbe stato capace di uccidere ogni essere nato dalla terra. Così, dicono, la Terra, indignata, gli mandò contro uno scorpione per ucciderlo. Giove, però, ammirato per l’audacia di entrambi, pose lo scorpione tra gli astri affinché la sua immagine ricordasse agli uomini che nessuno deve nutrire troppa fiducia in sé, in alcuna materia. Diana invece, a causa della dedizione alla caccia di Orione, chiese a Giove di accordare alla sua domanda la stessa benevolenza che aveva riservato alla Terra spontaneamente. Così lo mise in cielo in modo tale che, al sorgere dello Scorpione, Orione tramonta.
(Hygino, Poeticon Astronomicon)

Diana è Artemide per i Romani, mentre Latona è la madre della dea, Leto per i Greci.

Lo scrittore alessandrino Arato di Soli invece lega la punizione di Orione, non alla sua arroganza, ma alla sua indole brutale, tipica delle creature nate dalla terra. I Titani e i Giganti per esempio, erano violenti e dominati dagli istinti. Il grande cacciatore non faceva eccezione e in quanto gigante – anche se non appartenente alla stirpe dei Giganti – era esagerato sì nella sua statura, ma anche nelle sue passioni. L’istinto era il suo padrone, sia che fosse quello legato al vino bevuto smodatamente, sia che fosse quello carnale che non si preoccupa del rispetto della persona. Orione fu travolto da un brama primordiale per Artemide; nemmeno quindi per una donna mortale, ma per una dea, essere inviolabile per definizione. Non solo, Artemide era anche la dea casta, tant'è che i suoi seguaci dovevano mantenersi altrettanto puri. Ma Orione, per la sua natura terrigena, violò tutto questo e cercò di abusare di lei. La dea allora mandò uno scorpione contro il gigante. Il pungiglione dell’animale avvelenò fatalmente il cacciatore che giunse così alla fine dei suoi giorni. Fu la dedizione che ebbe per la caccia a salvare la sua memoria e, sempre grazie a essa, Orione ebbe un posto tra le stelle.

Un’altra versione infine afferma che fu la Terra a generare dal suo grembo lo scorpione affinché uccidesse Orione. Si trattò di un atto di difesa, poiché il cacciatore si dice stesse sterminando tutti gli animali mettendone a rischio l’intera specie.

Le varie versioni mitiche si ricongiungono poi tutte nel finale della storia di Orione, quando sia il gigante che il suo sicario vengono trasformati in stelle, come possiamo vedere nella tavola uranografica dell'astronomo polacco Johannes Hevelius (a inizio pagina), dedicata alla costellazione.

 

 

 

 

 

Torna a Il mito delle costellazioni di luglio